Epilogo
Stava tornando a Prato Declivio.
La lunga strada che aveva percorso all’andata gli presentava mille nuovi particolari di cui non aveva potuto godere, all’inizio del suo viaggio.
In verità, da quel giorno nella radura, ogni cosa su cui posava gli occhi, ogni odore che poteva captare col suo naso, ogni rumore che giungeva alle sue orecchie, ogni sapore che potesse gustare, ogni cosa, insomma era assai più ricca di particolari e sfumature.
Avanzava risoluto e sereno.
Paura e Dolore solo ricordi indistinti, come bruma su di un lago.
E ben impressa in lui la consapevolezza della Gioia.
La tanto desiderata Gioia.
Provandosi a rimirarla, si era reso conto che poteva parlarne come di una pianta.
Per crescere bene occorreva che diversi elementi fossero in armonia tra loro, in equilibrio costante:
che la Terra, come dire il corpo, fosse carica di elementi nutritivi, né troppo dura né troppo molle.
Che l’Acqua, le emozioni, fosse dinamica, pulita da scorie e veleni che la appesantissero.
Che il Sole, i pensieri, fosse non troppo intenso o troppo assente
Che l’Aria, le sensazioni, fosse ampia e serena.
L’Equilibrio era il comune denominatore per tutti gli elementi in gioco.
Tale Equilibrio, aveva compreso, lo si poteva percepire come Serenità.
Dunque era la Serenità ad essere il metro di misura, il campanello di allarme.
Senza Serenità non vi era Spazio per niente altro che Paura e Dolore.
I suoi vecchi nemici, sconfitti.
Stava tornando a casa per adempiere alla promessa di regalare ad Hu-Luk quella perla di conoscenza che aveva trovato alla fine delle sue tumultuose avventure.
Per un attimo i suoi pensieri si volsero a quante altre ne avrebbe potute vivere, da quel giorno in poi.
Quindi, lentamente, si volse indietro, verso i suoi compagni di viaggio.
Foltacoda, la volpe che tanto a lungo aveva inseguito, stava attendendo paziente Nerogatto, suo fraterno amico, lanciatosi all’inseguimento di qualcosa che aveva frusciato tra l’erba alta.
Respirò a pieni polmoni Coniglio-che-Balza, inalando profondamente la Gioia che si era duramente guadagnato.
Di fronte a lui ed ai suoi amici il Mondo li stava attendendo.
Li stava attendendo a braccia aperte.