Capitolo 19 – odor d’amore
Aveva fatto la pace con il suo passato, Coniglio-che-Balza, e mai si era sentito più leggero e sereno di allora.
Una nuova energia scorreva nelle sue giovani membra e, sebbene le abitudini del corpo fossero dure a morire, e cioè scattare ad ogni minimo rumore lo cogliesse impreparato, si era reso conto che, prestandovi la dovuta attenzione, sarebbe in breve riuscito a dominare le sue reazioni automatiche.
Chissà che nome avrebbe adottato una volta riuscito ad ammansire quegli scatti che avevano caratterizzato tanta parte della sua Vita!
Non era quello, però, il suo pensiero principale.
Carico di entusiasmo, era più determinato che mai a svelare il segreto della Creatura e presentarsi al vecchio Hu-Luk con tale chicca in omaggio, anche se, conoscendolo, il vecchio gufo avrebbe gioito di più nel saperlo libero dalla sua terribile maledizione.
Ah, quanto girovagarono i suoi pensieri in quei giorni!
Balzavano dalla Creatura al Gufo, dalla sua tribù alla Volpe, vorticando senza sosta. Aveva per di più molto Tempo per pensare essendosi concesso, Nerogatto, un periodo sabbatico. Troppo a lungo era stato nello stesso posto, il felino, per poter vegliare sul suo affranto amico.
Una volta che era stato messo al corrente della micidiale esperienza di Coniglio-che-Balza, rasserenato dall’esito della vicenda e compiaciuto per il nuovo spirito del roditore, aveva deciso di concedersi qualche giorno per fare una caccia seria e riempirsi la pancia come meritava.
Il nostro giovane coniglio, quindi, aveva tutto il Tempo a disposizione per abituarsi al suo nuovo Sé.
Quando Nerogatto tornò dalla sua vivificante scorribanda, un altro tassello si aggiunse al mosaico da loro raccolto. Proprio nel prato in cui si stavano godendo la Luce del Sole.
Era comparsa la Creatura, come sempre preceduta dall’ampia Aura. Sembrava in sincronia col momento, aveva pensato Coniglio-che-Balza, percependo l’energia emanata dall’essere come un qualcosa di gioioso e sereno.
Si era messo ad osservarne ogni movimento per cercare di carpire qualcosa di più del suo mistero ma, ovviamente, quanto la Creatura fece non poté che moltiplicare i dubbi ed i quesiti che la circondavano come petali la corolla di un fiore.
Proprio di fiori si stava occupando il presunto Prediletto.
Ne stava raccogliendo grandi mazzi, dopo aver carezzato e sussurrato qualcosa ad ogni singolo stelo.
Niente di strano fino a qui.
Avrà fame, aveva pensato Coniglio-che-Balza. Ma di quei fiori non se ne era infilato in bocca neanche uno.
Il nostro piccolo eroe aveva quindi svegliato l’amico, mettendolo al corrente di quel nuovo, insolito evento.
– Quanto mi mancavano queste cose – sospirò lietamente Nerogatto, dopo essersi stiracchiato a dovere
Entrambi, circospetti, avevano seguito la Creatura fino alla sua tana e l’avevano visto decorarla col suo raccolto.
A Coniglio-che-Balza era venuta in mente la decorazione della Volpe, vedendo quello strano comportamento. Sembrava tipico dell’Essere, mischiare le cose per creare qualcosa di nuovo. Forse la volpe stessa aveva incontrato una di quelle Creature. Forse aveva compiuto qualche gesto particolare per meritarsi quella penna. La Volpe avrebbe veramente potuto svelare tante cose interessanti.
Ma chissà perchè decorare una tana, aveva continuato a chiedersi, osservando la cura che l’Essere metteva in ogni suo gesto, l’attenzione nell’accostare i fiori in ordine di sfumatura, alternarli a penne colorate ed a strani oggetti che ricordavano i gusci delle lumache e che tintinnavano se mossi dal vento.
Entrambi avevano potuto percepire quanto l’Aura della Creatura fosse focalizzata sul suo strano rituale.
Era stato Nerogatto ad avere una prima idea che potesse spiegare quel bizzarro comportamento.
– E’ Primavera, no? Se è un animale come tu dici, Prediletto o no che sia.. magari.. magari sta aspettando una femmina
I due amici si erano voltati in silenzio per scambiarsi una lunga occhiata d’intesa.
Una femmina.
L’argomento non aveva infastidito Coniglio-che-Balza come avrebbe fatto un Tempo. Ormai non avrebbe dovuto aver più problemi nel trovare una compagna, la Primavera seguente…
Tuttavia la deduzione di Nerogatto sembrava non fare una piega.
Effettivamente adesso, la tana della Creatura era completamente pervasa di Odor d’Amore.
Avrebbero quindi avuto il privilegio di vedere la femmina del Prediletto?
Aveva dunque ragione l’airone, asserendo che di quelle Creature, nel Mondo, ve ne fossero molte?
Ciò avrebbe scartato definitivamente la tesi che si trattasse di Morte.
Se così fosse stato, non avrebbero avuto la risposta a tutte le loro domande ma certo un dubbio in meno. Un angoscioso dubbio in meno.
Fu così che Nerogatto si rese conto di quanto fosse forte in lui l’impulso dei Giochi d’Amore e si decise a cercare la compagna di quella Primavera. Considerando che non si sarebbe fatto scrupolo se si fosse trattato di un Grande Spirito o no, Coniglio-che-Balza era convinto che l’amico si sarebbe divertito molto nei giorni a venire.
Comunque il felino, prima di partire, raccomandò al nostro coniglio di osservare bene tutto quello che fosse accaduto, per poterglielo poi raccontare, se avesse tardato tanto da perdersi l’arrivo della compagna del Prediletto.
Così Coniglio-che-Balza, dunque, non perse d’occhio la Creatura e le sue singolari attività.
I fiori che aveva appeso dentro e fuori la propria tana erano oramai secchi ma non per questo avevano perso la bellezza dei colori. Inoltre, la creatura, ne aveva trapiantati molti altri creando una sorta di sentiero che conduceva all’ingresso della sua dimora.
Ogni Notte, poi, suonava la sua irresistibile Musica, facendo avvicinare, allietandoli, Grandi Spiriti ed animali.
Tribù e stirpi differenti, predatori e prede, tutti si sentivano ammaliati da quelle melodie misteriose ed avvolgenti, capaci di imporre una tregua più forte di qualsiasi legge di Anima del Mondo.
In quei momenti l’atmosfera aveva un che di irreale, facendo sprofondare il nostro piccolo roditore in un mare di sogni.
Sembrava quasi impossibile che Morte esistesse e che i suoi Araldi fossero soltanto frutto di un qualche indistinto incubo. In Coniglio-che-Balza, ognuna di quelle Notti, radicava la certezza di trovarsi veramente al cospetto del Prediletto.
Solo Hyu-Lu il Folle non si era mai presentato nella radura per gioire di quelle esperienze.